il nostro territorio
Parco schedaNel Lungo Reno si possono leggere
tre diverse identità, che
nella realtà fluviale si presentano
variamente sfumate tra loro ma
comunque ben distinguibili per
fisionomia, storia e vocazione. Nel
primo settore, dopo il confine con
Casalecchio di Reno, il fiume disegna
un’ampia ansa, le sponde sono
alte e gli argini appena accennati: è
una zona caratterizzata da insediamenti
e centri sportivi realizzati
negli anni ’60 e ’70, dove sono
ancora vivi i ricordi del guado della
Barca e dell’antico nucleo di
Casteldebole. Il settore centrale è il
più segnato dalla storia, dall’epoca
romana sino alla Bologna del secolo
scorso, con la via Emilia come grande
direttrice per lo spostamento di
persone e merci, le attività manuali
e in seguito meccanizzate per
l’estrazione di ghiaie e sabbie dal
fiume, gli insediamenti artigianali, le
grandi industrie novecentesche, le
prime aree verdi e i primi interventi
di riqualificazione urbana.
Oltre la tangenziale, sino al confine
con Calderara di Reno e Castel
Maggiore, prende forma il terzo settore,
caratterizzato da argini rialzati
e spazi più naturali, il cui valore
attuale e potenziale ha portato alla
sua recente inclusione tra i Siti di
Importanza Comunitaria, rifugi di
naturalità e serbatoi di biodiversità.
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Le piogge acide sono delle precipitazioni piovose (che possono però avvenire anche sotto forma di neve o grandine) ricche di particelle e molecole acide che solitamente si trovano nell’atmosfera ma per via di questo fenomeno si depositano al suolo. Nelle piogge acide troviamo principalmente acido solforico (70%) e ossidi di azoto (30%): questi composti rendono il ph dell’acqua minore di 5 e proprio per tale ragione le piogge si possono definire appunto acide. In condizioni normali, invece, la pioggia ha un ph compreso tra 5 e 6,5 perchè composta esclusivamente da acqua distillata e pulviscolo atmosferico. Quali sono le cause delle piogge acide? Il formarsi delle piogge acide è dovuto ad un aumento, nell’atmosfera, di anidride carbonica (CO2), ossidi di zolfo e ossidi d’azoto (quest’ultimi in misura ridotta). Tale aumento può essere determinato da cause naturali ma anche e soprattutto dall’attività umana, che abbiamo già visto essere responsabile anche dell’Effetto Serra e del Surriscaldamento Globale. Il massiccio utilizzo di combustibili fossili da parte dell’uomo non farà che peggiorare questa situazione, provocando sempre più quantità di piogge acide, se non si arriva ad una risoluzione del problema.
Erbe Spontanee
La vitalba è una pianta perenne, con rami erbacei, angolosi. Le foglie sono caduche, composte, imparipennate, con 3-5 foglioline ovali -lanceolate, lunghe fino a 6 cm, a margine talora dentato o lobato. I fiori, in pannocchie ascellari, sono bianco-verdastri, con petali ellittici, numerosi stami.
Erbe Spontanee
Il topinambur è una pianta che può arrivare fino a 20 dm di altezza (massimo 3 metri). La forma biologica della specie è geofita bulbosa, ossia sono piante perenni erbacee che durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano nei bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori.
Erbe Spontanee
Il tarassaco è una pianta erbacea e perenne, di altezza compresa tra i 3–9 cm. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, unarosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei. I fiori sono gialli e riuniti in capolini portati singolarmente all’apice dei fusti. I fusti sono disposti a formare un ombrello e sono dotati di un ciuffo (pappo) che favorisce la disseminazione anemofila.
TARASSACO scheda
Erbe Spontanee
SILENE scheda